Roberto Roversi

Nasce a Bologna nel 1923. Si laurea in filosofia. Vive e lavora per tutta la vita nel capoluogo emiliano. Svolge per molti anni l’attività di libraio antiquario, gestendo dal 1948 la Libreria Palmaverde, luogo di incontro e fucina dei giovani poeti bolognesi.

Nel 1955 fonda con Francesco Leonetti e Pier Paolo Pasolini la rivista "Officina". In seguito "Rendiconti", pubblicata dal 1961. Entrambi i periodici propongono una rivisitazione dell'ideologia marxista alla luce di nuovi metodi critici. All'inizio della sua carriera poetica pubblica raccolte "intrise di lirismo": Poesie (1942), Poesie per l'amatore di stampe (1955), Ai tempi di re Gioachino (1952), Il margine bianco della città (1955). Dopo Campoformio (1962) esce presso Einaudi. Da questo momento si rifiuta di pubblicare le sue opere presso grandi editori.

Limita la sua produzione alla collaborazione con piccole riviste e alla diffusione di fogli ciclostilati in proprio, manifestando così la sua sfiducia nella comunicazione letteraria. Intanto la scrittura abbandona i moduli tradizionali. Compaiono istanze etiche e ironia politica.

È autore di numerosi testi di canzoni per Lucio Dalla e per il gruppo degli "Stadio", da Nuvolari a Chiedi chi erano i Beatles, considerate capisaldi della canzone popolare moderna.

È inoltre apprezzato narratore (Caccia all'uomo, Registrazione di eventi) e scrittore di teatro: tre dei suoi testi, Unterdenlinden, Il Crack e La macchina da guerra più formidabile, sono pubblicati dall’editrice Pendragon, a cura di Arnaldo Picchi. Dopo la sua scomparsa nel 2012 tutti i suoi lavori sono stati raccolti nel sito http://www.robertoroversi.it/ a cura delle Edizioni Pendragon.