Jorge Eduardo Eielson

Quando legge le poesie è dentro l’ambito dell’oralità mentre nel poema sonoro Colores, datato anni Sessanta, parte orale ma arriva vocale. Intendo dire che la prima scelta cade sui tre colori primari, il giallo, il rosso e il blu, con una sola concessione ad uno secondario il verde frutto dell’unione del giallo e del blu, visivamente si pensi al famoso triangolo di Goethe; quando inizia a scandire i colori nelle varie sequenze, noi percepiamo il senso del colore ed il poeta si allinea dentro una posizione orale, mentre passa al registro vocale quando, lo stesso colore, ripetuto determinate volte, perde il denotato, si smarrisce dietro l’insistenza fonetica che glielo azzera. Colores non comporta sempre questo shock distruttivo, lo raggiunge solo in parti precise, in genere o all’inizio o alla fine, nella versione qui registrata (esistono diverse varianti) amarillo, il colore d’apertura è ripetuto per 23 volte, mentre alla fine arriva alle 66 iterazioni. Una tecnica triturante già individuata da Edgar Allan Poe che nel racconto Berenicesuggeriva di ripetere tante volte una parola fino a perderne il significato, un gioco che da bambini abbiamo fatto mille volte, ma anche un congegno che lo porta attraverso un corretto bilanciamento tra quantità e qualità, o meglio la quantità è la qualità, verso quella zona franca che altrove ho chiamato rumorismo fonetico. L’aggettivo fonetico si giustifica perché la parola è un insieme di fonemi che il poeta fa volteggiare fino a che ne spreme un rumore, un soffio che è nullo ma anche  tutto, ecco l’ignoto, l’inesprimibile, l’inaudito. Accanto a questo afflato cosmogonico, di spinta verso l’assoluto, ne esiste un altro che chiamerei impressionismo fonetico: è noto come i pittori impressionsiti impiegavano molti gialli e molti blu perché lo spettatore percepissse a livello retinico il verde, in Colores, c’è una continua mescolanza tra i colori che deposita nel nostro orecchio una sedimentazione fono-visiva. Si evince pertanto un’intonazione significante, un timbro vocale scelto con cognizione di causa che riassumerei nel seguente schema:

amarillo = tono squillante acceso verso l’alto -

azul = tono lento calmo rilassato tendente al triste -

rojo = tono cupo, basso, doloroso e sofferente -

verde = tono allegro, sostenuto e andante verso la vita -

L’approccio ritmico ricalca uno schema semplice, già indicato da Vitruvio nel Quinto Libro dei Dieci sull’Architettura, capitolo Quarto, quando tratta dell’altezza del suono, dividendolo in alti e bassi con intervalli regolari e loro multipli che producono le armoniche, la coloritura del suono. In Colores, ogni colore è collegato ad un’armonica per esprimermi in termini musicali, un colore potrebbe corrispondere ad una nota, la tonalità resta costante durante la performance perché ciò che cambia è la velocità d’esecuzione.

Courtesy La Materia Sonora di J.E.Eielson, CD allegato al volume Esplorare l’Invisibile Ascoltare l’Inaudito, a cura di Martha Canfield e Enzo Minarelli, Centro Studi Jorge Eielson, Firenze, 2014.