Jackson MacLow

Un classico esempio di simultaneismo, a parte le tentazioni dada, riteniamo che il tentativo sia più prossimo al cubismo, in quanto il desiderio consiste nel rendere nello stesso momento diverse intensità di suono senza che esse cozzino l'un l'altra, annullandosi. Avulso dalla tecnologia, anche se i suoi poemi sonori sfruttano il multitrack (molteplici piste di registrazione), sin dal dicembre del 1954 inizia a sfruttare il metodo delle chance operations, operazioni casuali, (di chiara derivazione dall'I Ching, scritto dal re Wên nel 1150 a.c. e da suo figlio, mentre i Commenti si ascrivono a Confucio).

Ci si accorge che lo scritto non ha molto valore; serve come mero pretesto per intonare agguerrite tonalità. Una simile dichiarazione che contempla il testo come un pretesto per sperimentare la lingua oralmente, vale anche per The marrying maiden, (La giovane da sposare), un pezzo del 1960 messo in scena dal Living Theatre, e scritto sotto l'influsso del libro delle mutazioni.

Con costanza e dedizione i poemi svolgono le molteplici suggestioni innescate da due singole parole Bicentenial e Environmentally. Il metodo, considerato che siamo a metà dei Settanta, è una vera primizia, farà da battistrada a schiere di poeti sonori negli anni a venire soprattutto a quelli che agiranno in duo o trio o in gruppo. Anzitutto il perforamento intraverbale avviene lungo il duplice asso paradigmatico e sintagmatico. La tipica associazione da immaginazione senza fili sulle ali dell’allitterazione, della paronomasia e della permutazione. Un flusso di coscienza suggerito dal doppio aspetto del corpo linguistico, il significato e il suono. Per mantenere un ritmo adeguato spuntano sonorità buccali e consonantiche che favoriscono ulteriori divagazioni. La parola, come avviene nel più classico text sound composition quasi sempre viene trattata con i guanti, la si riconosce subito nel suo intatto potenziale grazie ad una costante tonale che rifugge sia dai bassi che dagli alti, molto rari entrambi. In questa ripetizione in assetto da madrigale la voce trionfa, l’oralità dovremmo specificare, in assenza quasi totale di onomatopee. L’operazione di Mac Low come anche quella della consorte Anne Tardos si incasella nella categoria del simultaneismo introdotto a suo tempo da Henri-Martin Barzun e dal Dada azionando come in quasi tutte le opere sperimentali sonore, la tecnica dell’iterazione. Colpisce qua e là l’innamoramento fonetico verso neologismi o stranezze glottopalatali dal forte fascino comunicativo.