Maurizio Nannucci

È il compilatore della prima antologia di poesia sonora edita in territorio nazionale, archivista provetto ed effervescente divulgatore sin dagli Anni Settanta del verbo sonoro.

C'è chi storce il naso nel definirlo poeta sonoro, forse la definizione di audio-artista risulta essere più consona alle sue corde, più concettuali che prettamente sonore. Ha da sempre impostato il suo lavoro sonoro in parallelo con quello visivo, sfruttando il concetto della tautologia. Vi ricordate (Biennale di Venezia 1978) dell'aereo volteggiante nel cielo con la scritta "Immagine del cielo"? Calandosi con simile intensità estetica in ambito sonoro, s'impegna a registrare nella sua Firenze la stessa parola pronunciata di volta in volta da persone differenti, incontrate a caso per strada.

Ancora, un suo lavoro visivo esibiva varie foto di piante che riproducevano tutta la gamma del verde; la serie di poemi che va sotto il nome di Cut Music, si muove lungo la stessa direttiva, non conta più ciò che si ode ma come lo si ode, non conta più cosa succede nel poema ma cosa succede dentro l'ascoltatore.